Obiettivo centrato: Mel Gibson ha sollevato un polverone, servendo per Natale teste mozzate su un piatto d'argento. Il suo nuovo film, "Apocalypto", la storia di una comunità maya e di un uomo che cerca di salvare se stesso e la sua famiglia dalla morte, nelle sale americane dall'8 dicembre, ha conquistato il primo posto al boxoffice, ma è stato giudicato di una violenza inaudita e più sanguinario della "Passione di Cristo".
Il violento film di Gibson, che ha ricevuto accoglienze discordanti dalla critica e in questo fine settimana ha incassato la somma di 14,2 milioni di dollari, racconta l'estinzione dei Maya. Gibson descrive il periodo turbolento e la fine epocale della grande civiltà Maya interamente in lingua maya yucateco. La parola greca "Apocalypto" in italiano significa: "Mostrare la verità" o "un nuovo inizio".
La trama ruota intorno a un uomo che affronta un viaggio pericoloso in un mondo regolato dalla paura e dalla oppressione. Ad attenderlo è una fine straziante. In seguito ad uno scherzo del destino spinto dalla forza dell'amore per la sua donna e la sua famiglia, cercherà di tornare a casa per salvarsi la vita. Il tutto si svolge in un opulento, ma decadente regno Maya, prima dell'occupazione spagnola.
I critici accusano Gibson di aver descritto l'antica civiltà, come troppo violenta e sanguinosa, sorvolando sul fatto che fu una delle più geniali e laboriose. Qualcuno lo addita come ossessionato dalle guerra e dalla violenza e si fa forte dell'incidente di qualche mese fa, quando Gibson si lasciò scappare davanti agli agenti che "gli ebrei sono la causa di tutte le guerre", lanciandosi in una tirata anti-semita da far rabbrividire. Altri invece lo stimano per la forza delle scene che ha rappresentato e per il loro impatto visivo.
Insomma, il regista che ha prodotto e ideato "Apocalypto", sceneggiandolo con Farhad Safinia, è riuscito ancora una volta a far discutere.Il suo nome è sulla bocca di tutti, da Hollywood allo Yucatan. Proprio qui infatti Gibson ha reclutato gran parte del suo cast, interamente composto da popolazioni indigene americane, attori semi-professionisti scritturati tra lo Yucatan e altre regioni messicane e l'operazione è piaciuta agli indigeni che aspiravano a recitare nei grandi kolossal.
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